Pichi 12: un complesso che punta alla leggerezza
30 appartamenti sorti su un parcheggio interrato di 3 piani, in un’area su cui era prevista una sopraelevazione. Una sfida verticale all’architettura leggera.
La genesi del progetto
CCL, il Consorzio Cooperative Lavoratori, ha appaltato all’Impresa Edile Mariani srl un progetto ambizioso e unico nel suo genere, firmato Park Associati: completare l’area di Via Pichi con una residenza caratterizzata dalla pulizia delle linee alternata a forme e volumi inaspettati, grazie alla scelta di componenti e materiali studiati nei minimi dettagli per essere leggeri e resistenti.
Il progetto
Questo edificio, perfetto per la posizione a metà strada tra la Nuova Accademia di Belle Arti – NABA e l’Università Bocconi di Milano e situato nelle vicinanze dei Navigli, è un buon esempio di piccola architettura urbana milanese con un respiro progettuale nord-europeo. Al piano terra troviamo appartamenti con giardino privato, mentre salendo ai piani superiori, anche dall’esterno si nota la scelta di materiali che armonizzano ogni singolo dettaglio della facciata.
Le 30 abitazioni di Pichi 12, hanno richiesto soluzioni pensate in funzione della leggerezza, per cui sono stati impiegati 4 mila m2 di solaio in carpenteria. Le abitazioni, servite da impianto fotovoltaico, sono dotate di impianti d’allarme, domotica e riscaldamento a pavimento.
La portineria, rivestita in alluminio, conduce a scale in ferro ricoperto di marmo e all’ascensore rivestito in lamiera microforata che permette di vedere il movimento della cabina all’interno del vano.
Esteticamente, l’involucro parzialmente in alluminio anodizzato conferisce un carattere di perennità senza sovraccaricare o porre in discontinuità il tessuto di contesto.
La struttura
Tutti i fornitori selezionati avevano una missione: alleggerire e velocizzare.
Non solo il risultato finale, ma anche il cantiere, i processi e le attività che hanno trasformato i progetti dello Studio G6, guidato da Park Associati, nell’edificio che ora può essere ammirato in Via Mario Pichi 12 a Milano.
L’utilizzo del metallo per questo progetto è stato una scelta di flessibilità e solidità insieme, per superare il vincolo della leggerezza richiesta dalla presenza del parcheggio interrato.
Scegliendo la struttura tradizionale, infatti, ci sarebbero state complessità logistiche e difficilmente percorribili, mentre selezionando materiali leggeri e resistenti, si è potuto realizzare un edificio che ha superato a pieni voti tutte le verifiche e le prove sul campo anche per quanto riguarda l’isolamento.
Le sfide
Una delle sfide di questo progetto è stata quella di concretizzare la visione di quello che doveva essere il risultato finale desiderato dalla Direzione Artistica, senza perdere d’occhio le necessità strutturali di leggerezza, sicurezza e velocità.
Dai serramenti di ampie dimensioni, che all’interno sono in legno e all’esterno in alluminio, fino agli oscuranti, che da chiusi sono pressoché invisibili, il desiderio di pulizia delle linee è lampante, mentre l’aggiunta di bow window, dona movimento alla facciata. Per mantenere l’equilibrio tra le due anime di questo edificio. La Direzione Artistica ha richiesto che i parapetti a francesina fossero posizionati sul filo finito della facciata, con idonei sistemi di fissaggio inseriti appositamente tra tamponamento perimetrale e cappotto, invisibili all’occhio umano.
Per riuscire a realizzare quanto desiderato, una delle opzioni dell’impresa di costruzioni era quella di creare un monoblocco con spalle facenti da “cassonetto” per l’accoglimento degli scuri impacchettabili, che potesse essere posato prima delle murature (previste a secco) con un sistema autoportante per il suo stesso carico, ma che potesse consentire anche il fissaggio degli scuri e del serramento e portarne il peso mediante dei tubolari terra/cielo e delle sotto-strutture in carpenteria per le finestre.
Alpac, che si era già cimentata in sfide simili su altri progetti, ha provveduto alla realizzazione custom del monoblocco PRESYSTEM® SPS che prevede un alloggio per scuri a scomparsa, facendo arrivare le persiane a filo serramento e ricavando un imbotto laterale, rivestito in alluminio, che si integra perfettamente con la facciata.
Le finiture laterali, che si sposano bene con il serramento, e il fissaggio a scomparsa su monoblocchi con sistema autoportante, sono stati realizzati grazie al grande lavoro di concerto tra le diverse maestranze, che sono riuscite ancora una volta ad accontentare la direzione artistica del progetto, andando a posare il sistema Alpac prima delle murature perimetrali, dettando quindi tutti i fili delle lavorazioni a seguire.
La posa, curata completamente da Alpac, è stata la chiave per accelerare i lavori e permettere affinamenti ulteriori direttamente in cantiere. Volendo certificare livelli molto alti di isolamento termico e acustico, inoltre, la posa in opera dei monoblocchi è fondamentale per non penalizzare le prestazioni del serramento.
L’Arch. Alberto Ficele dello Studio Park Associati ci ha spiegato che “La semplificazione di certi processi costruttivi con i monoblocchi Alpac è stata una scelta importante per le tempistiche di cantiere.”
Una direzione sempre presente
Il Geom. Nicola Soldiviero dell’Impresa Mariani, ci ha spiegato che Park Associati non ha lasciato nulla al caso, presenziando a tutte le riunioni settimanali sullo stato di avanzamento lavori con tutte le maestranze.
Questo ha permesso un continuo scambio di informazioni tra tutte le realtà presenti in cantiere, toccando con mano tutte le fasi di dettaglio delle lavorazioni esteticamente più impattanti sul progetto e armonizzando le attività di ognuna di loro.