Ponte termico finestra: tutto quello che devi sapere per avere una casa sana
Spesso la sostituzione dei serramenti è il primo intervento che si decide quando si riqualifica energeticamente un edificio. È un intervento che, se non inserito in una più ampia e completa gestione dell’intero “Sistema finestra”, rischia di generare sgraditi ponti termici (e muffa) che sarebbe meglio prevenire anziché correggere.
Perché non basta cambiare solo i serramenti per contenere i consumi in bolletta
Nell’ultimo ventennio il tema della riqualificazione energetica degli edifici ha rappresentato una vera e propria rivoluzione culturale e tecnica che ha interessato, in misura diversa, gran parte del patrimonio edilizio italiano. Lo standard nZEB (Nearly Zero Energy Building, Edifici a Energia Quasi Zero), successivamente introdotto dalle direttive europee, è gradualmente diventato il modello (obbligatorio) di riferimento.
Con il D. Lgs 48/2020, dal 1° gennaio 2021, tutti gli edifici (pubblici e non) devono essere obbligatoriamente compliant nZEB. L’obbligo è esteso a tutti gli edifici di nuova costruzione e agli interventi che prevedono la demolizione con successiva ricostruzione.
Non tutti sanno però che arrivare all’edificio nZEB è una meta che si raggiunge attraverso un percorso fatto di tanti passi successivi che devono dialogare fra di loro.
La parola d’ordine è integrazione perché in un edificio tutto è correlato, non disgiunto.
Se i diversi interventi non vengono integrati cioè messi in relazione fra loro, si rischiano problemi che sarà più costoso risolvere dopo.
Ad esempio, chi cambia i serramenti senza optare per la loro posa in opera certificata in grado di:
- gestire i tre piani funzionali del foro finestra (nodo primario e secondario)
- orientare la scelta dei materiali da utilizzare
facilmente dovrà affrontare problemi di muffa e condensa provocati dai ponti termici.
Ponti termici: cosa sono e perché bisogna evitarli o correggerli
I ponti termici sono zone dell’edificio dove varia la resistenza termica dell’involucro. Varia nel senso che, mentre altrove è uniforme, in quella zona la resistenza termica è discontinua, diminuisce; la zona diventa quindi più fredda: a minore resistenza termica, corrisponde una maggiore dispersione di calore.
La dispersione di calore rende più fredda la superficie di questi punti. Quando a queste temperature superficiali più basse si combina un alto tasso di umidità interna, si creano le condizioni ideali per la formazione delle muffe, nocive per la salute.
Il fenomeno delle muffe, molto diffuso nelle abitazioni “sigillate” dalle riqualificazioni energetiche a cappotto, si sviluppa rapidamente se l’edificio non è incessantemente ventilato. Aprire le finestre non è quasi mai sufficiente: solo la ventilazione meccanica ben progettata e dimensionata può risolvere il problema.
L’involucro è energeticamente efficiente quando è in grado di opporre resistenza (termica) e contrastare la dispersione del calore interno verso l’esterno.
Anche se i punti freddi (ponti termici) si possono verificare in punti diversi dell’involucro, nove volte su dieci interessano proprio le zone intorno al foro finestra.
Secondo la norma UNI 11673-1 l’efficacia del giunto è determinata dal posizionamento del serramento all’interno del vano di posa, dalle caratteristiche degli elementi di connessione, tra cui il monoblocco termoisolante, e da caratteristiche e modalità d’impiego dei materiali di riempimento.
Solo il corretto posizionamento del serramento all’interno del vano di posa mitiga la formazione di ponti termici nelle interfacce serramento/vano di posa. La posa ben fatta ricerca la continuità con lo strato isolante eventualmente presente nella parete o nell’intercapedine, rendendo compatibile ed integrata la soluzione progettuale con gli altri requisiti prestazionali.
Alla formazione del ponte termico contribuiscono sia le disomogeneità geometriche del sistema di posa in opera, che le disomogeneità materiche dei componenti, degli accessori e dei materiali di fissaggio, riempimento e sigillatura.
I ponti termici non corretti determinano ricadute significative sugli aspetti energetici, igienico-sanitari e di comfort abitativo (formazione di muffe).
Ponti termici: come identificarli
Quando si ristruttura o si riqualifica energeticamente un edificio, la scelta migliore che si possa fare è quella di optare per una progettazione integrata che coordini le diverse figure professionali coinvolte per individuare le soluzioni migliori con uno sguardo d’insieme. Le figure del progettista energetico e del progettista architettonico, entrambe irrinunciabili, devono lavorare con la massima interazione possibile.
Alla domanda “qual è il principe dei ponti termici”, un esperto risponderebbe senza dubbio “quello della finestra”, poiché:
- è forse quello più “pesante” in termini assoluti;
- è certamente il più comune (non esiste un edificio senza finestre);
- lo sviluppo totale del perimetro delle finestre è sempre notevole.
Monoblocco e cassonetto isolante mettono al riparo dal problema dei punti freddi intorno al foro finestra. Isolano perfettamente, impedendo la dispersione termica che si può creare tra muratura e controtelaio (nodo primario) e tra controtelaio e serramento (nodo secondario).
Vuoi approfondire? Scarica la Guida Gratuita “Progettare il foro finestra: nodo primario e secondario”.