Dal cantiere artigianale all'edilizia off-site: la parola all'esperta
Il concetto di modularità e di prefabbricazione sta sempre più caratterizzando il mondo delle costruzioni. Il solco tracciato dai grandi maestri architetti del passato sta accelerando gli attuali processi di edilizia industrializzata.
L’ing. Elena Perlotti, Prescription Manager ALPAC, ci racconta come evolve il mondo delle costruzioni
Ing. Perlotti, in cosa consiste il ruolo del Prescription Manager? Qual è il perimetro delle sue responsabilità in ALPAC?
Il mio ruolo è quello di sviluppare strategie innovative per posizionare i nostri prodotti come soluzioni di prima scelta nei progetti, offrendo un servizio di consulenza tecnica durante la progettazione e mantenendo una relazione costante e duratura con progettisti e investitori immobiliari di progetti strategici.
Tanta roba, insomma. Quindi il team che lei coordina crescerà quest’anno?
Assolutamente sì! Stiamo puntando ad espanderci nelle regioni chiave come il Triveneto. Il team è il motore che spinge l’azienda sul campo, collaborando strettamente con progettisti e investitori immobiliari per far sì che i nostri prodotti siano protagonisti nei progetti più innovativi e ambiziosi.
Nel suo ruolo l’ascolto è sostanziale: cosa vuol dire nello specifico mettersi in ascolto di chi progetta per prevenire eventuali future criticità?
Nel mio lavoro, ascoltare è come mettere le cuffie e lasciarsi trasportare dalla musica: una passione che mi accompagna anche al di fuori dell’ufficio. Come quando, per rilassarmi, metto le mie cuffie e mi immergo in un buon romanzo, meglio se giallo. È come creare la mia playlist personale ma, invece dei brani, ci sono le idee dei progettisti che riempiono l’aria: ogni progetto è come un nuovo brano da scoprire. È un’esperienza coinvolgente, che mi appassiona e che negli anni mi ha consentito di costruire dei rapporti di collaborazione basati sulla fiducia.
Il mondo dell’edilizia, che è sempre stato caratterizzato da una certa artigianalità, sembra si stia industrializzando sempre di più. È vero che sta prevalendo la tendenza all’edilizia off-site, alla prefabbricazione e perché?
In realtà questa tendenza non è solo una risposta alle esigenze del presente, ma è l’evoluzione di un’idea consolidata nella storia dell’architettura. Il concetto di modularità e di prefabbricazione arriva da lontano ed era già studiato e sperimentato da architetti del passato come Jean Prouvé e da noti maestri come Gropius, Mies Van Der Rohe o Le Corbusier. Questi pionieri hanno gettato le basi per gli attuali processi di edilizia industrializzata, anticipando idee come la produzione in serie e l’assemblaggio in fabbrica.
Ci stiamo spostando da una costruzione tradizionale, con cantieri caotici e tempi lunghi, a moderni processi industriali in fabbrica, dove la precisione e l’efficienza regnano sovrane! Questa evoluzione è guidata dall’avanzamento tecnologico, dalla crescente attenzione per la sostenibilità e dalla digitalizzazione del settore.
I monoblocchi termoisolanti ALPAC per il foro finestra sono un esempio tangibile di questa innovazione: integrano l’elemento oscurante e risolvono in maniera efficiente tutte le criticità della connessione tra muratura e serramento. La produzione in officina consente una contrazione significativa dei tempi di cantiere, una verifica accurata sulla qualità dei componenti e un controllo preciso dei costi di costruzione.
Con l’edilizia off-site, cioè “fuori dal cantiere”, stiamo ridefinendo il concetto stesso di costruzione, trasformando le sfide in opportunità e aprendo la strada a un futuro più sostenibile e innovativo per l’intera industria.
In fin dei conti, lo abbiamo sperimentato tutti da piccoli, giocando con i Lego. Io passavo le ore a costruire e smontare, esplorando le infinite possibilità offerte da quei mattoncini colorati. Quella sensazione di creare qualcosa di unico, combinando pezzi diversi in modo creativo, lo possiamo tradurre in un approccio industrializzato all’edilizia, dove ogni componente è pensato per integrarsi perfettamente nel progetto, garantendo efficienza e qualità.
Ci spiega cos’è “L’ingegneria del comfort” – che lei cita spesso – e qual è il valore aggiunto della prefabbricazione preventiva?
L’ingegnerizzazione è un’operazione fondamentale per progettare al meglio un determinato prodotto. Significa studiare e ottimizzare nel dettaglio ogni caratteristica, ogni prestazione, ogni singolo aspetto, per fare in modo che il prodotto duri più a lungo nel tempo offrendo il massimo della qualità e delle prestazioni. Questo concetto, questo processo, può essere applicato anche al comfort abitativo, ed è uno dei valori aziendali di Alpac, di cui da sempre siamo promotori. Un esempio sono i nostri monoblocchi con VMC integrata, che offrono comfort termico e acustico e migliorano la qualità dell’aria interna, rendendo il foro finestra un componente tecnologicamente avanzato. Significa ricercare sempre, in ogni progetto, l’innovazione continua, la specializzazione, la qualità e la prestazione eccellente. In questo contesto, come ho detto prima, la prefabbricazione del prodotto e la sua produzione in officina svolgono un ruolo cruciale.
Cosa vuol dire, nello specifico, ingegnerizzare un’idea progettuale?
Ingegnerizzare un’idea progettuale significa trasformare le visioni degli stakeholders in progetti reali e innovativi, utilizzando i nostri prodotti in modo efficace.
Lavoriamo a stretto contatto con progettisti e investitori immobiliari per garantire che ogni progetto sia personalizzato e di alta qualità. Il mio compito è guidare questo processo, assicurandomi che le soluzioni proposte siano tecnicamente avanzate e rispettino le esigenze del cliente.
Una delle sfide più complesse e di maggior valore per l’ambiente e per lo sviluppo economico è rappresentata dalla trasformazione sostenibile del mondo dell’edilizia. Cosa misura il rating ESG? In che modo inciderà sul futuro dell’edilizia prefabbricata residenziale?
È una domanda complessa, a cui cerco di dare una risposta sia professionale che personale. Quando parliamo di sostenibilità, parliamo di un concetto sempre più centrale, in ogni attività e in ogni settore. Significa soddisfare i propri bisogni avendo cura di quelli degli altri, con un occhio di riguardo al futuro e alle nuove generazioni che verranno dopo di noi. Viviamo in un momento in cui abbiamo la necessità e il dovere di ridurre il nostro impatto ambientale, non solo nella sfera lavorativa, ma impegnandoci costantemente anche in quella privata. Per fortuna c’è stato un aumento dell’attenzione a livello globale su questi temi. Come incideranno sul futuro dell’edilizia prefabbricata residenziale? Sicuramente anche le aziende della filiera hanno la grande responsabilità di dover ripensare l’impostazione delle strategie aziendali per tenere sempre più conto dei fattori ambientali e sociali, anche a discapito del ritorno puramente economico. Sotto questo aspetto, il rating ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance) rappresenta una valutazione concreta dell’impegno di un’azienda a migliorarsi e investire da un punto di vista sostenibile. Questo impegno per Alpac si riflette nel Bilancio di Sostenibilità che stiamo elaborando per rendere conto in modo obiettivo e trasparente dell’impegno dell’azienda nella transizione ecologica e sociale intrapresa da tempo.
Lei è spesso relatrice/speaker Alpac agli eventi di Quotidiano Immobiliare, vero? Sarete presenti nei grandi eventi che favoriscono l’incontro tra la filiera dell’Architettura e quella del mondo della Progettazione e del Contract edilizia, come Perspective o Progetti d’Italia?
Sì, certo, Quotidiano Immobiliare e non solo. Di recente sono stata speaker anche nell’ambito di EdilSocialNetwork con un intervento su ‘Progettare il foro finestra coniugando isolamento termoacustico, efficienza energetica e salubrità’. È un’esperienza davvero entusiasmante perché ci consente di condividere riflessioni e case history con i professionisti dell’architettura, contribuendo così allo sviluppo e alla diffusione delle migliori pratiche nel settore.
A maggio saremo presenti sia all’evento Progetti d’Italia sia a Perspective. Sono due appuntamenti imperdibili che rappresentano un’opportunità unica per approfondire le ultime tendenze e innovazioni del settore, nonché per incontrare nuove persone e ampliare la nostra rete professionale. Non vedo l’ora di partecipare!
Recentemente un edificio di 14 piani a Valencia è stato oggetto di un tragico incendio: l’evento ha riaperto il dibattito sui temi dei materiali isolanti e della sicurezza antincendio. Nella sua esperienza i progettisti oggi sono più sensibili all’RTV (Regola Tecnica Verticale)? Mostrano interesse verso il monoblocco ignifugo “Mineral Wool”?
L’incidente a Valencia è solo l’ultimo di una serie di eventi tragici che hanno messo in evidenza alcune questioni sulla sicurezza antincendio degli edifici e sui requisiti dei materiali da applicare nelle facciate.
In Italia è entrata in vigore nel luglio 2022 la RTV 13 edifici civili.
Questa norma ha portato misure aggiuntive. Non volendo entrare troppo nel tecnico, questo si traduce nella necessità di utilizzare prodotti con un determinato comportamento al fuoco in facciata, per evitare che l’incendio si diffonda a tutto l’edificio.
Per questo è fondamentale garantire che un elemento critico come il foro finestra sia in linea con le normative sulla sicurezza antincendio.
Qui il nostro monoblocco Presystem Mineral Wool emerge come soluzione chiave. Infatti, oltre a garantire un isolamento termico e acustico di alta qualità, questo innovativo prodotto è progettato per resistere al fuoco, garantendo la continuità dell’isolamento e la sicurezza dell’edificio.
Alpac ha dimostrato una volta di più di essere all’avanguardia nel rispondere alle esigenze del settore, offrendo una risposta concreta e conforme alle normative per affrontare le sfide sempre crescenti della sicurezza antincendio nell’edilizia moderna.
Anche se non si può generalizzare, le faccio una domanda secca: cosa vogliono i progettisti? Cosa cercano, cosa li entusiasma?
I progettisti cercano sempre nuove idee per trasformare i loro progetti in realtà: cercano fornitori affidabili, che capiscano e supportino le loro idee con competenza tecnica, ascolto e consigli pratici.
Qui entro in gioco con il mio team, impegnandomi per essere il ponte tra l’idea e la soluzione migliore sotto ogni aspetto e rendendo ogni progetto un successo per tutti.
Come vedono ALPAC (i progettisti)? La considerano solo per il residenziale o hanno chiaro che può essere il partner ideale anche per progetti di riqualificazione o di edilizia alberghiera?
I progettisti non sempre conoscono tutte le opportunità che offriamo oltre al settore residenziale. Spesso devo spiegare loro che i nostri prodotti sono adatti anche per i progetti di riqualificazione energetica, o che possono essere utilizzati per l’edilizia alberghiera, ma anche per studentati e RSA. Pensi che il nostro monoblocco è stato utilizzato anche in un edificio industriale, il classico capannone prefabbricato per intenderci, proprio per ridurre i tempi del cantiere e gestire al meglio la posa degli infissi.
Ovviamente riuscire a mostrare a tutti le nostre potenzialità in ogni ambito è uno dei miei obiettivi.
Venendo al tema della corretta gestione del foro finestra, qual è stato secondo lei l’apporto dell’integrazione tra VMC e controtelaio coibentato?
Per garantire il comfort termico e la salubrità dell’aria negli edifici moderni, è fondamentale adottare tecnologie avanzate che possano soddisfare entrambe le esigenze contemporaneamente.
Gli edifici altamente efficienti con un involucro ben isolato possono diventare ermetici, creando la necessità di un’attenta gestione della ventilazione attraverso una VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) per evitare l’accumulo di umidità e inquinanti interni, preservando così un ambiente sano e confortevole per gli occupanti.
Allo stesso modo, la corretta gestione del foro finestra attraverso la coibentazione è cruciale per garantire il comfort e l’efficienza energetica.
L’integrazione nei nostri monoblocchi di entrambi questi elementi, unita a tutti gli aspetti positivi dell’uso della prefabbricazione di cui abbiamo già parlato in precedenza, crea una sinergia innovativa capace di risolvere i temi del foro finestra in maniera proficua e completa.
Il sistema monoblocco per serramenti riesce quindi a bilanciare con successo la necessità di garantire la salubrità dell’aria indoor con i requisiti di isolamento dell’involucro, regolando i cambi d’aria in base alle effettive esigenze di ogni singolo ambiente abitativo grazie ai sensori integrati sulla macchina. Questo introduce un ulteriore aspetto: quello di edificio non solo efficiente ma anche intelligente, un aspetto ancora più determinante per il futuro
Una donna ingegnere in un mondo di ingegneri maschi: non sarà stato facile. Quante volte la chiamano signora o signorina? Cosa l’ha spinta verso questa professione? C’era qualche ingegnere in famiglia?
Ah, la domanda su signora o signorina! Beh, diciamo che è successo un bel po’ di volte. Ma sa, ormai mi sono abituata a sorridere, anche se a volte mi viene voglia di rispondere: “Ingegnere, grazie!”.
Fortunatamente, il settore dell’ingegneria sta diventando sempre più accessibile e inclusivo, grazie anche al passaggio generazionale e a una mentalità più aperta. Anche il numero di donne che studiano ingegneria sta aumentando. È un segno positivo di cambiamento che sicuramente contribuirà alla crescita e all’innovazione del settore.
Quanto alla mia scelta professionale, diciamo che l’ingegneria è stata una chiamata piuttosto naturale. Fin da bambina, mi sono sempre divertita a smontare e rimontare le cose e a costruire modellini con i Lego. Insomma, il mio destino era segnato! E no, non c’era nessun ingegnere nella mia famiglia. Sono figlia di operai metalmeccanici.
Ma sa cosa? Non mi sono mai sentita fuori posto.
Anche quando alle superiori all’ultimo anno mi son trovata da sola, a causa della “selezione naturale”, nonostante fossimo partite in 8 ragazze il primo anno.
Come diceva Gae Aulenti, “L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di niente“. E io ho seguito il suo esempio, portando avanti la mia passione con determinazione.
Vede una possibile sinergia tra la sua passione per la fotografia e la sua professione?
Assolutamente! La mia passione per la fotografia si sposa alla perfezione con l’architettura. Ogni scatto è come un’avventura nel mondo delle forme, delle luci e degli spazi, un po’ come un archeologo che scopre tesori nascosti. Attraverso l’obiettivo della mia macchina fotografica, mi diverto a catturare la bellezza e le forme dell’architettura, cercando di svelare quei dettagli intriganti che a molti passano inosservati.
Insomma, fotografare l’architettura è come fare una caccia al tesoro di piccoli dettagli e di prospettive insolite, un modo per divertirmi e arricchire la mia visione professionale allo stesso tempo.
Nelle infinite camminate che faccio alla ricerca dello scatto perfetto, non posso fare a meno di ringraziare mio marito per la pazienza. Anche lui è appassionato di architettura, abbiamo fatto la stessa università, ma a volte la mia ricerca dello scatto è davvero troppo puntigliosa anche per i suoi gusti!
Vogliamo chiudere in leggerezza? Ci racconta un episodio divertente che le è capitato nella sua vita professionale? Magari una richiesta bizzarra da parte di qualche progettista?
Durante i miei circa 10 anni di esperienza nel settore dell’involucro edilizio, che mi ha portato a interagire con una vasta gamma di professionisti, dai serramentisti ai progettisti, mi sono trovata a volte in situazioni davvero bizzarre.
Mi è capitato di ricevere contestazioni per un serramento apparentemente senza tenuta all’acqua, per poi scoprire che era stato montato al contrario! Ma forse quella più memorabile fu di un progettista che, anche in maniera piuttosto ostinata, mi chiese più volte se potesse usare un serramento scorrevole come appoggio per la soletta del suo impalcato. In effetti, sembrava la scena di un film comico!