Direttiva UE Case Green: tutto quello che devi sapere

Il Parlamento Europeo ha approvato la cosiddetta Direttiva “Case Green” con l’obiettivo di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Nuovi edifici a emissioni zero dal 2028, dal 2033 nuove costruzioni e ristrutturazioni in classe D. Sono allo studio deroghe per gli stati membri e misure per aiutare a combattere il cambiamento climatico, ridurre le bollette e sostenere le famiglie vulnerabili. Questo articolo evidenzia le traiettorie stabilite dall'Unione Europea in merito alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.

Scenario: l’origine della Direttiva

Secondo gli studi della Commissione europea, gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il 15 dicembre 2021, la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per rivedere la Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, nell’ambito del cosiddetto pacchetto “Fit for 55”. Una nuova legge europea sul clima (luglio 2021) ha sancito sia gli obiettivi del 2030 che quelli del 2050 in una legge europea vincolante.

La Direttiva sulle “Case Green” è un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea finalizzato a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica.

Se aumenta il costo dell’energia, si rende necessario implementare efficienza e risparmio energetico.

Patrimonio immobiliare italiano e performance energetiche

Oltre 9 milioni di edifici residenziali (su 12,2 milioni) non rispettano le performance energetiche richieste. Il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica, determinando così una ingente perdita di valore della maggioranza degli immobili italiani.

(fonte: dati Ance)

Gli attestati di prestazione energetica emessi nel 2021 per gli edifici italiani si riferiscono per lo più (il 76%) ad immobili nelle classi più inquinanti, ossia classe E F G: perciò più di 2 case su 3 dovrebbero essere ristrutturate.

(fonte: dati Enea)

Cosa prevede la Direttiva per la casa green: sintesi

L’efficienza energetica degli edifici si calcola su una scala che va da A (più efficiente) a G (meno efficiente). La Direttiva richiede importanti interventi di ristrutturazione negli edifici privati per renderli più efficienti dal punto di vista dell’impatto climatico.

Il testo finale della proposta che interessa 27 Paesi prevede che le abitazioni residenziali raggiungano la classe energetica “E” entro il 2030 e la “D” entro il 2033. 

Si conta di raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” nel 2050.

Eccezioni e deroghe

Sono esclusi dagli obblighi di efficientamento energetico imposto dalla Direttiva: 

  • edifici vincolati e protetti;
  • edifici storici;
  • seconde case e case vacanza;
  • chiese e abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 metri quadri.

Sono in via di definizione altre deroghe ove sussista l’impossibilità tecnica di realizzazione degli interventi.


Chi paga gli interventi previsti?

Anche se gli interventi di retrofitting energetico possono essere tanti, i più diffusi sono la sostituzione degli infissi, il posizionamento del cappotto termico corredato di monoblocchi e cassonetti termoisolanti, l’installazione di nuove caldaie o di pannelli solari fotovoltaici.

La Direttiva prevede che tali interventi possano essere co-finanziati sia dai singoli Stati, che eventualmente da un fondo europeo dedicato, denominato “Energy Performance Renovation Fund“.

La Direttiva UE “Case Green” in 10 punti

  1. Obiettivi: aumentare il tasso di riqualificazione degli edifici in Europa, ridurre i consumi e le emissioni del settore edilizio entro il 2030, in modo da raggiungere la neutralità climatica al 2050.
  2. A partire dal 2026 i nuovi edifici di proprietà pubblica dovranno essere a emissioni zero; la scadenza per tutti gli altri edifici è al 2028.
  3. Entro il 2028 tutti gli edifici in cui sia possibile intervenire, da un punto di vista economico e tecnologico, dovranno dotarsi di tecnologie solari. La scadenza per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti è il 2032.
  4. Entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E ed entro il 2033 la D. La tabella di marcia prevede di partire dal 15% di edifici più energivori classificati nei vari paesi in classe G, che in Italia si stima siano 1,8 milioni su un totale di 12 milioni di edifici residenziali.
  5. Gli edifici pubblici dovranno raggiungere la classe E entro il 2027 e, entro il 2030, la classe D.
  6. I monumenti sono esclusi dall’obbligo. Sono allo studio alcune deroghe anche per particolari categorie di edifici residenziali, la cui ristrutturazione non porterebbe benefici.
  7. A partire dal 2035 saranno vietati i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili (carbone, olio e gas naturale). Nello specifico, a partire dalla data di recepimento della Direttiva, i Paesi dell’UE devono vietare l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a ristrutturazioni profonde. Salvo future deroghe, i combustibili fossili dovrebbero essere totalmente eliminati entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne autorizzi l’uso fino al 2040.
  8. Il testo definitivo è in via di negoziazione con i vari Governi dell’UE: ciascun paese definirà nei vari piani nazionali di ristrutturazione quali misure adottare per garantire il rispetto di questi obiettivi. 
  9. Saranno in ogni caso previste misure di sostegno e finanziamenti. Sono allo studio considerevoli incentivi- premio per le ristrutturazioni profonde, soprattutto se riguardano edifici delle peggiori classi energetiche, oltre ad aiuti destinati alle famiglie più in difficoltà o in condizioni di povertà energetica.
  10. Al momento non sono previste sanzioni, né limitazioni alla vendita o all’affitto in mancanza di bollino verde UE.

La Direttiva UE “Case Green” è un bene o un male? 

L’abbiamo chiesto agli esperti:

  • l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), pur condividendo gli obiettivi della Direttiva, sottolinea che in Italia è necessario e urgente attuare un grande piano di riqualificazione energetica degli edifici, ma è altresì indispensabile trovare strumenti e risorse specifiche per la realtà italiana, per accompagnare i cittadini nella transizione ecologica.
  • Secondo AiCARR, l’Associazione italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione, la Direttiva è uno strumento positivo che avrà benefici effetti sulla riduzione delle emissioni e il miglioramento dell’efficienza energetica. L’importante è che tali misure siano sostenute da sistemi virtuosi, a partire dai costi: “È necessario che l’Europa introduca strumenti finanziari più efficaci e stabili del Superbonus, che non droghino il mercato, come avvenuto negli scorsi mesi, e che rendano sostenibili le spese da affrontare per l’efficientamento energetico di un parco edilizio come quello italiano”.

Direttiva UE “Case Green”: vantaggi

1 – L’adozione dell’EPBD – Energy Performance of Building Directive – renderebbe l’Italia meno dipendente dai combustibili fossili (ogni anno gli italiani consumano oltre 32 miliardi di m3 di gas per riscaldare le proprie case, molti dei quali acquistati da Paesi esteri).

2 – La Direttiva UE “Casa Green” offre l’occasione giusta per raggiungere finalmente quegli obiettivi di decarbonizzazione che porterebbero molti vantaggi al nostro paese in termini di occupazione, riduzione delle emissioni e risparmi sui costi energetici, come già si è verificato nei paesi nel nord Europa che l’hanno già attuato.

3 – Aumento dell’occupazione: ogni milione di euro investito nella ristrutturazione energetica degli edifici genera circa 18 posti di lavoro locali e a lungo termine. L’indotto interessato dalle ristrutturazioni con efficientamento energetico contribuirebbe a creare 1,2 milioni di posti di lavoro netti in più e un aumento del PIL dell’1% entro il 2050.

4 – Gli edifici efficientati energeticamente aumenterebbero il loro valore di mercato, valorizzando maggiormente tutto il patrimonio immobiliare italiano.

5 – Benefici ambientali: se il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo totale dell’energia e del 36% delle emissioni a effetto serra nell’UE, è urgente e necessario decarbonizzare il settore, migliorare le prestazioni del costruito favorendone la trasformazione digitale e abbattendo la povertà energetica.

autore
Valentina - Alpac Marketing