Riqualificazione energetica condominio Ater: da classe G ad A2 in meno di nove mesi

Alpac tra i partner tecnici di un importante intervento di riqualificazione energetica su edilizia popolare a Venezia: tre edifici degli anni ‘70 trasformati in un polo residenziale efficiente, sostenibile e attento al benessere abitativo.

I numeri di una riqualificazione energetica esemplare

Tre edifici, 42 alloggi, 168 inquilini, un cantiere sfidante gestito con un serrato cronoprogramma e lavori conclusi in appena 9 mesi: sono questi i numeri dell’importante intervento di riqualificazione energetica promossa da ATER Venezia per il complesso di case di edilizia popolare di Via Monteprabello a Favaro Veneto, Venezia.

Un cantiere esemplare anche per la progettazione partecipata, che ha visto il coinvolgimento diretto dei condòmini nelle scelte relative agli interventi di efficientamento energetico, e per le modalità di gestione dei lavori che ha permesso ai residenti di continuare a vivere nei propri alloggi senza troppi disagi.

Il complesso edilizio risale al 1978 – racconta Fabio Nordio, Presidente ATER Veneziae fino ad oggi non era mai stato oggetto di importanti interventi di riqualificazione. Il progetto di efficientamento, inizialmente accantonato per l’emergenza pandemica, ha mirato al raggiungimento della classe energetica A2: un obiettivo molto ambizioso, se si considera che si partiva da una classe G

 

condominio ater a Venezia prima della riqualificazione energetica

Il condominio ATER di Via Monte Prabello a Favaro Veneto prima della riqualificazione energetica

 

Riqualificazione energetica di un condominio Ater a Venezia: l'edificio dopo l'intervento

Il condominio come appare dopo l’intervento globale di riqualificazione energetica concluso a fine 2023

Massima attenzione all’efficienza termica e acustica

Oltre all’isolamento del tetto e alla coibentazione delle facciate con cappotto termico, i lavori hanno previsto il consolidamento della copertura, la riqualificazione dei sistemi di climatizzazione e di illuminazione e l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico.

Grande attenzione è stata dedicata all’efficienza termica e acustica dell’involucro. Tutti i vecchi serramenti sono stati sostituiti con infissi in pvc con triplo vetro e la coibentazione dei fori finestra gestita grazie a monoblocchi termoisolanti con ventilazione meccanica integrata.

Per gestire le dispersioni energetiche di uno dei punti più critici dell’involucro, il foro finestra, abbiamo previsto la posa di monoblocchi dotati di cassonetti per avvolgibile e spalle laterali coibentate” – spiega l’ingegner Fabrizio Vianello, Direttore Tecnico ATER Venezia. “In aggiunta abbiamo voluto integrare anche un sistema di VMC per il ricambio e la filtrazione dell’aria, così da prevenire le problematiche indoor legate alla muffa e all’umidità e assicurare il massimo comfort abitativo”.

Sostituzione cassonetti e riqualificazione finestre grazie al monoblocco con VMC

La sostituzione dei vecchi ed energivori cassonetti con monoblocchi ad alta efficienza è avvenuta grazie al contributo tecnico di Alpac, che ha progettato una versione custom del monoblocco INGENIUS VMC con unità di ventilazione meccanica puntuale integrata nello spazio ristretto ricavato tra il cassonetto dell’avvolgibile e la soletta.

Tutti i monoblocchi sono stati equipaggiati con VMC FlowCompact di Helty, azienda del gruppo Alpac specializzata nelle soluzioni decentralizzate per il ricambio dell’aria; una scelta indispensabile in riqualificazione energetica con sistemi a cappotto e cambio infissi per garantire salubrità dell’aria sprechi di energia e prevenire eccessi di umidità negli ambienti resi più ermetici e sigillati.

La fornitura di un monoblocco integrato di VMC, unita alla prefabbricazione off-site del sistema, ha favorito tempi di posa in opera estremamente rapidi, aspetto determinante per eseguire i lavori di riqualificazione integrale del sistema finestra senza creare troppi disagi e senza evacuare gli abitanti dagli appartamenti.

 

Guarda il video che documenta questa case study