Gestione del cantiere e qualità del servizio: uno sguardo all’evoluzione dell’edilizia con il General Contractor Albini&Castelli
Uno sguardo dietro le quinte dell’edilizia contemporanea con Francesco Castelli, terza generazione alla guida di ALBINI&CASTELLI, impresa di costruzione storica. Tra metodo, innovazione e attenzione al cliente, il racconto di un settore che è in costante evoluzione.
Intervista a Francesco Castelli, responsabile della gestione finanziaria e dello sviluppo dell’impresa ALBINI&CASTELLI
Dottor Castelli, lei amministra ALBINI&CASTELLI, la storica impresa di famiglia giunta alla terza generazione. Quali passaggi salienti vi hanno portato a essere il General Contractor che siete oggi?
La nostra azienda vanta più di 100 anni di storia, con radici che risalgono al 1913, quando fu fondata come Paolo Albini Costruzioni. Una tappa fondamentale fu l’ingresso di mio nonno, Francesco Castelli, nel 1961, che segnò la nascita della Albini e Castelli. La seconda generazione, con l’arrivo di mio padre Alberto nel 1987, ha portato a una fase di sviluppo che varca i confini della nostra provincia di Varese estendendosi a tutta la Lombardia con commesse legate a logistica, stabilimenti industriali e residenziali.
A partire dal 2002 abbiamo intrapreso un percorso di formalizzazione delle nostre procedure, focalizzandoci sulle certificazioni di qualità. Questo passaggio ha trasformato la nostra struttura preparandoci per una nuova fase di crescita, iniziata nel 2007, che ci ha permesso di acquisire commesse più importanti e aumentare le nostre dimensioni. Il 2018 ha rappresentato un’altra pietra miliare, con la nostra prima esperienza internazionale: la costruzione dell’ospedale universitario di Tirana, il più grande in Albania. Più recentemente, nel 2022, abbiamo avviato un impegno concreto sulle tematiche ESG, redigendo per la prima volta un Bilancio di Sostenibilità, che testimonia il nostro approccio strategico e la nostra attenzione verso la competitività e la sostenibilità.
Vi siete aggiudicati commesse importanti nel residenziale e nell’industriale. Avete un vostro metodo di lavoro che si è rivelato particolarmente efficace?
Il nostro metodo di lavoro, che rappresenta la nostra vera forza, si basa su 5 punti principali. Un’organizzazione aziendale solida e una pianificazione meticolosa: ogni nuova commessa viene attentamente analizzata per definire aspetti tecnici, organizzare approvvigionamenti e maestranze, pianificare le lavorazioni in modo che il cantiere possa girare velocemente, senza “buchi” di tempo.
Un’attenzione particolare è rivolta al controllo dei costi e della gestione finanziaria, con una visibilità chiara a 3 anni per il conto economico e a 18 mesi per la finanza, permettendoci di prendere scelte strategiche basate su dati concreti.
Inoltre, coltiviamo un approccio di partnership con i fornitori: per un General Contractor la scelta e la qualità dei “compagni di viaggio” sui cantieri è fondamentale. Promuoviamo un rapporto umano e collaborativo con i clienti, cercando sempre soluzioni, mai lo scontro. Infine, siamo un’azienda attenta all’innovazione: negli ultimi anni abbiamo sviluppato internamente diversi software per la gestione aziendale e, da circa 8 mesi, abbiamo anche implementato l’Intelligenza Artificiale nei nostri processi.
Rispetto a 5 anni fa, quali sono le esigenze più sentite dal mercato residenziale e da quello industriale/commerciale? Quali aspetti sono considerati imprescindibili da questi due mondi?
Sicuramente in questi ultimi 5 anni il mondo è totalmente cambiato. C’è stato il Covid, le guerre e ancora oggi viviamo in un mondo in cui l’unica certezza è l’incertezza costante. I cambiamenti sono continui, velocissimi e le aziende devono essere capaci di adattarsi con altrettanta rapidità. Tenga conto che per un’impresa General Contractor questo è molto più complicato; le nostre commesse sono molto spesso pluriennali e il settore edile di per sé non ha molti contenuti innovativi nel lavoro in quanto tale perché la parte di lavoro manuale è ancora preponderante e lo sarà ancora per molti anni a venire. Per noi l’esigenza più sentita dai nostri clienti è l’organizzazione e la gestione del cantiere.
Gestire un cantiere è un’operazione complessa. Quali sono i problemi che si generano più facilmente?
Gestire un cantiere è un’operazione molto complessa! Prima di tutto occorre avere un team di Capocantiere e Project Manager (capocommessa) molto in gamba perché gestire tutti i fornitori (e parliamo di un centinaio di persone per cantiere), le loro esigenze e incastrarle con le attività degli altri non è semplice. Il tutto poi con tempistiche molto ristrette e contrattualizzate, in cui ogni giorno conta. Oltre a questo, un elemento che per noi è imprescindibile e sul quale stiamo facendo investimenti importanti è poi quello della gestione della sicurezza in cantiere. Noi ad oggi abbiamo due persone dedicate che, supportate da sistemi di Intelligenza artificiale, riescono ad avere tutto sotto controllo.
Quanto incide l’adozione del monoblocco ALPAC nella semplificazione della gestione del cantiere?
Sicuramente i monoblocchi termoisolanti ALPAC sono degli ottimi prodotti. L’idea alla base è molto interessante e innovativa, e l’azienda è stata molto capace nel metterla “a terra”. Utilizzare il controtelaio termico ALPAC per noi vuol dire sicurezza della qualità del prodotto, solidità dell’azienda, serietà dei referenti ed infine, ma non meno importante, velocità di consegna.
Cosa ne pensa della VMC puntuale? I vostri acquirenti riconoscono il valore aggiunto di un impianto VMC nell’appartamento che vanno ad acquistare?
L’introduzione della VMC puntuale è indicativa della continua ricerca e sviluppo che ALPAC porta avanti. È infatti un prodotto, secondo noi, vincente, che consente di avere il ricambio dell’aria già integrato nel serramento, risolvendo un nodo tecnico non proprio semplice. I clienti finali che acquistano il prodotto a volte, in un primo momento, sono titubanti perché ancora non percepiscono l’innovazione del prodotto. Poi però i feedback che ci vengono dati sono molto positivi e tutte le preoccupazioni iniziali (penso per esempio al timore che sia rumorosa) si rivelano infondate.
BOHome Bollate e MILANO CITY POP sono due progetti realizzati insieme al gruppo ALPAC: che tipo di esperienza abbiamo condiviso? Come sono stati recepiti dal mercato questi appartamenti innovativi?
Il progetto di CityPop è davvero molto interessante, sia da un punto di vista tecnico che commerciale. È stato infatti un cantiere molto innovativo per la città di Milano (infatti è il primo progetto di microliving in Italia) per il concetto che porta in sé: appartamenti a reddito di piccolissima dimensione (28 mq) con generosi spazi comuni condivisi. È stato un cantiere complicato per la natura delle lavorazioni, ma gestito nei tempi e con soddisfazione da parte del committente, anche grazie alla collaborazione con ALPAC. Anche in Bohome il lavoro di squadra con ALPAC ha agevolato i lavori.
Con riferimento a CASSINA DE’ PECCHI e il COMPLESSO RESIDENZIALE a INDUNO OLONA, 2 cantieri in divenire (con ALPAC), secondo lei quanto è cambiato il mondo dell’edilizia dell’ultimo decennio. E come crede che sarà invece fra 10 anni?
Il nostro mondo, quello dell’edilizia, è in profondo cambiamento, anche generazionale. Io penso, ed è come stiamo lavorando in Albini e Castelli, che oggi si debba avere davvero molta attenzione alla gestione aziendale. Su questo tema, molto possono fare le nuove tecnologie ed iniziare oggi un percorso di digitalizzazione dei processi diventa essenziale per essere più competitivi, efficienti e produttivi.
La vera sfida per imprese come la nostra starà quindi nella qualità del servizio offerto, ovvero nella capacità di organizzazione del cantiere e della sua complessità in maniera efficiente, in sicurezza e nel rispetto di tempi e costi.
Noi pensiamo che il monoblocco con VMC integrata ingegnerizzato da ALPAC, e il suo relativo sottobancale, ci aiutino nella gestione attenta e veloce del cantiere.
Lei è un appassionato melomane. Possiamo azzardare un parallelo scherzoso: quale opera lirica rappresenta meglio l’ambiente di un cantiere?
Bella domanda! Senza voler sembrare lezioso agli occhi del lettore, potrei dire “Le Nozze di Figaro” di Mozart, in cui i due protagonisti Figaro e Susanna cercano in tutti i modi di raggiungere il loro obiettivo che è quello di sposarsi, ma ogni volta viene fuori un problema diverso. Il tutto però si risolve con il coronamento del loro sogno. Mi sembra questo un bel modo di identificare il cantiere, il cui obiettivo è quello di consegnarlo al cliente nei tempi stabiliti, in mezzo a mille difficoltà quotidiane che alla fine però si risolvono e rendono tutti contenti.
Dottor Castelli, qual è la domanda che manca in quest’intervista? C’è qualcosa che le sta a cuore dire che non abbiamo ancora citato?
Per quanto ci riguarda la parte veramente difficile del nostro lavoro è quella, non solo della gestione del cantiere come tutti pensano, ma piuttosto in tutto quello che viene prima come per esempio la gestione contrattuale con il cliente o il rapporto con gli enti pubblici che, spesso, sono veramente un collo di bottiglia per l’inizio del cantiere. Stare dietro a tutte queste cose, a tutti questi dettagli è un lavoro molto dispendioso di tempo ed energie.
Le propongo di chiudere in leggerezza. Ci racconta un aneddoto divertente che le è capitato? O magari una domanda particolarmente bizzarra che le è stata rivolta?
Guardi, una volta abbiamo ricevuto una lamentela da una cliente che aveva comprato un appartamento da noi. Si lamentava del fatto che l’aria condizionata funzionasse male e che dopo un po’ si spegnesse. Insieme agli impiantisti abbiamo subito fatto un sopralluogo per capire il problema e per noi tutti andava bene. Passa un’altra settimana e ci richiama, rifacciamo un altro sopralluogo e ancora tutto bene. Passa una terza settimana e questa volta era presente anche il marito. Dopo un iniziale confronto tra noi, impiantisti e la cliente viene fuori il marito che con tutta tranquillità dice: “No ma l’aria, quando torno a casa, la spengo sempre perché ho paura mi venga il raffreddore”.