La customizzazione del monoblocco coibentato al servizio della progettazione e dell'edilizia sostenibile

Oggi il mercato edilizio richiede soluzioni integrate per affrontare meglio le tempistiche serrate del cantiere. Scopri come ridurre i tempi ed evitare errori, dalla progettazione al cantiere, fino al post-vendita. Leggi il POV di chi il cantiere lo conosce bene, il Key Account Manager e Contract Manager (canale Building) Denis Cerbaro.

Intervista a Denis Cerbaro, Key Account Manager e Contract Manager ALPAC per il canale Building 

Cerbaro, lei lavora in ALPAC da 18 anni: vuole raccontarci il suo percorso di crescita in 3 tappe dal suo primo ruolo a quello che ricopre attualmente?

Quando sono entrato in ALPAC, ero poco più che un ragazzo.

La prima fase del mio percorso è stata quella dell’“osservatore attivo”. Ho iniziato dal cantiere, installando direttamente in opera i prodotti dell’azienda: è lì che ho imparato cosa significa confrontarsi con la realtà del foro finestra e con le tempistiche serrate del cantiere. Successivamente sono passato al reparto produttivo, dove ho potuto conoscere da vicino ogni processo. 

In seguito sono entrato nell’area tecnico/commerciale, dove ho imparato a relazionarmi con il cliente. 

La seconda fase del mio percorso è iniziata quando ho cominciato a gestire progetti in autonomia. È stato allora che ho capito quanto, nel nostro settore, la tecnica sia fondamentale, ma le relazioni lo siano altrettanto: puoi avere il miglior prodotto, ma sono le persone — la fiducia, la collaborazione, il rispetto — a fare davvero la differenza.

Oggi ho la fortuna di gestire un’area clienti strategica, nella quale opero insieme a un team di Project Manager dedicati. 

Come descriverebbe il mercato delle costruzioni oggi? Quali sono le principali esigenze e le preoccupazioni di chi progetta e costruisce edifici? Cosa cercano maggiormente le imprese costruttrici oggi? 

Il mercato delle costruzioni è in pieno fermento: l’edilizia tradizionale sta lasciando spazio a un approccio più industrializzato. 

L’edilizia off-site e i sistemi prefabbricati stanno diventando sempre più centrali perché consentono una migliore pianificazione, riducono gli errori e garantiscono prestazioni elevate. 

Il mercato oggi chiede soluzioni integrate, non componenti scollegati.

Chi progetta, si concentra principalmente su due aspetti: efficienza energetica e conformità normativa, temi strettamente legati alla sostenibilità

Le prestazioni non possono più essere teoriche: devono essere misurabili, certificate e garantite nel tempo.

Chi costruisce, invece, ha l’esigenza di semplificare e ottimizzare i costi

I cantieri devono essere più veloci, puliti e prevedibili

In questo senso, il monoblocco coibentato rappresenta una risposta concreta e tutela le prestazioni in opera — termiche, acustiche, di tenuta all’aria, acqua, vento e resistenza meccanica.

Oltre alla qualità tecnica, le imprese cercano affidabilità. 

Vogliono partner che non le lascino sole di fronte ai problemi, ma che le accompagnino lungo tutto il percorso, garantendo consulenza, assistenza e presenza anche nel post-vendita.

Per questo, il nostro monoblocco non è semplicemente un prodotto, ma un sistema; il controtelaio termico ALPAC diventa una garanzia che riduce i rischi e semplifica davvero il lavoro in cantiere.

E qui mi piace citare John Ruskin:

“È ingenuo pagare troppo, ma è peggio pagare troppo poco. Quando paghi troppo poco, perdi qualche cosa, perché il prodotto che hai acquistato non potrà darti ciò per cui è stato comprato. La legge comune degli affari vieta di pagare poco e avere molto; non può avvenire.”

Scegliere la soluzione più economica spesso significa esporsi a costi e problemi maggiori lungo il percorso. Investire in qualità, invece, significa costruire bene, in modo sicuro e duraturo.

Quali sono i servizi “eccellenti” che ALPAC offre alle imprese? Per quali motivi viene scelta dalle imprese edili?

Dire che offriamo “servizi eccellenti” sarebbe presuntuoso: come tutte le aziende, anche noi abbiamo punti deboli. Tuttavia, mi piace pensare che proprio questa consapevolezza ci spinga ogni giorno a migliorarci, perché c’è sempre un margine di crescita.

ALPAC viene scelta principalmente per tre motivi: competenza tecnica, affidabilità e personalizzazione.

Questo significa accompagnare le imprese in tutte le fasi: dalla progettazione al cantiere, fino al post-vendita.

C’è poi un aspetto culturale che ci distingue: in ALPAC non si parla mai solo di “vendere”, ma di collaborare. 

Ogni progetto è una partnership e il nostro obiettivo è che il cliente sia orgoglioso del risultato finale tanto quanto lo siamo noi. 

Cosa ha rappresentato la diffusione del controtelaio monoblocco coibentato per la gestione del foro finestra?

Una piccola grande rivoluzione.
Prima, il foro finestra era un punto critico, dove si concentravano dispersioni, infiltrazioni e errori di posa. Il controtelaio monoblocco coibentato ha ribaltato questa logica, trasformandolo in un nodo tecnologico controllato, certificato e performante. Ha permesso di standardizzare la qualità del foro finestra e di rendere replicabile la posa in opera. In più, ha aperto la strada all’edilizia off site e ai sistemi prefabbricati, perché si integra perfettamente con questo tipo di costruzione.

In che modo il monoblocco per serramenti, in quanto elemento prefabbricato, semplifica la gestione del cantiere?  Oltre la qualità del prodotto, quanto conta il servizio?

Un sistema costruttivo prefabbricato come il nostro monoblocco per serramenti consente di ridurre i tempi e chi lavora in cantiere lo sa: il tempo è la risorsa più preziosa.

E poi c’è il tema del servizio, che per me vale tantissimo. Anzi, spesso è proprio il servizio a fare la differenza.
Puoi avere il miglior prodotto del mondo, ma se non sai ascoltare, rispondere, adattarti ai tempi e alle esigenze del cantiere, il valore si perde.

In ALPAC abbiamo costruito negli anni una struttura di servizio che accompagna il cliente in modo costante. Gestendo quasi 9.000 cantieri all’anno, non siamo infallibili. Un’azienda vincente è quella che si struttura sulle esigenze del cliente e del mercato, non solo su ciò che la fa lavorare più comoda. 

Come diceva Peter Drucker:

“La qualità di un servizio o di un prodotto non è ciò che ci metti dentro, ma ciò che il cliente ne ricava.”

In questi quasi 20 anni come si è sviluppata la customizzazione del prodotto ALPAC?

All’inizio, personalizzare significava semplicemente adattare qualche misura. Oggi la customizzazione è diventata parte integrante del nostro DNA. 

Molte volte siamo percepiti come l’azienda più costosa (rispetto ai competitor), ma per noi la qualità dei dettagli e la tecnologia impiegata, sempre nel rispetto del capitolato, è fondamentale per garantire prestazioni e comfort abitativo.

Partiamo da una base industriale solida, ma la adattiamo con la flessibilità di un approccio quasi artigianale.
Abbiamo sviluppato soluzioni monoblocco su misura che integrano tecnologie come la ventilazione meccanica controllata: un vantaggio concreto perché garantisce ricambio d’aria filtrata senza canalizzazioni invasive, migliorando comfort indoor e qualità dell’aria anche in interventi di ristrutturazione.

Oggi parlare di monoblocco coibentato, controtelaio termico o edilizia off-site non è più soltanto una questione tecnica: è una scelta culturale. 

Parliamo della versatilità del monoblocco coibentato: fino a che punto può spingersi la sua customizzazione?

Diciamo che i limiti li mette solo la fisica.
Abbiamo realizzato monoblocchi coibentati che sfidano l’immaginazione: forme ad oblò, angoli impossibili, soluzioni su misura per atrii lunghi oltre 30 metri. Ogni progetto porta con sé una sfida diversa, dall’integrazione di tende e tapparelle, frangisole o persiane a scomparsa, fino a sistemi di ventilazione ed integrazioni lato domotica.

Ogni volta significa rimettere tutto in discussione: disegni, calcoli, materiali. Si lavora gomito a gomito, ci si confronta, si prova, si sbaglia e si riprova. È faticoso, certo, ma proprio in quel sudore, in quelle ore passate a cercare la soluzione giusta, nasce la soddisfazione più grande.  In ALPAC non ci limitiamo a costruire monoblocchi: costruiamo soluzioni e lo facciamo con la consapevolezza che ogni dettaglio conta, perché ogni centimetro è parte della vita di chi abiterà quegli spazi.

Vuole raccontarci qual è stata la più ardua?

Progetti complessi ce ne sono molti, quasi quotidianamente. Il mercato delle costruzioni in Italia, a differenza di altri contesti più standardizzati, si caratterizza per un’elevata varietà progettuale: ogni cantiere viene concepito con soluzioni differenti e, spesso, con dettagli particolari che nascono dalla creatività dei progettisti.

Tra i progetti più sfidanti, ricordo in particolare un intervento residenziale nel genovese firmato dall’archistar Mario Botta. In questo caso, i fori finestra non erano semplici rettangoli: prevedevano monoblocchi ad oblò, elementi angolari disposti su tre altezze diverse, ciascuno rilevato singolarmente e installato direttamente in cantiere.

Ogni pezzo era unico e doveva integrarsi perfettamente con l’architettura visionaria dell’edificio. Il lavoro è stato intenso e fortemente collaborativo. Abbiamo dovuto combinare precisione maniacale, competenza tecnica e una buona dose di creatività.

È uno di quei cantieri che ti restano dentro, non solo per la complessità tecnica.Dev’essere difficile conquistarsi i grandi cantieri. Qual è il suo segreto?

Il segreto è la credibilità, che nasce innanzitutto dalla competenza tecnica. Quando questa viene messa sul tavolo, testata e persino confrontata con altre soluzioni, è lì che dimostra il proprio valore. 

Nei grandi cantieri i tempi sono stretti, gli imprevisti frequenti, le responsabilità altissime. Bisogna garantire che tutto funzioni, sempre.

Noi lo facciamo attraverso la competenza e la disponibilità a esserci davvero. 

Ed è questo che, nel tempo, costruisce fiducia.

Lo sviluppo di ESG (squadra – fornitori scelti – sostenibilità ecc.) quanto conta secondo lei? È un vantaggio che le imprese riconoscono?

Il tema ESG è certamente “sentito”; tuttavia, quando ci si confronta con gli uffici acquisti, capita ancora raramente che questi aspetti vengano realmente messi sul tavolo nelle valutazioni economiche. 

All’estero, invece, il peso attribuito ai criteri ESG è molto più significativo e spesso rappresenta un fattore determinante nella scelta dei partner.

Mi auguro che il settore delle costruzioni in Italia possa evolvere ulteriormente in questa direzione, riconoscendo il valore delle aziende che credono davvero in questi principi, che si stanno strutturando e che investono risorse proprie per orientarsi verso modelli più sostenibili. È importante che vengano valorizzate non come fornitori qualunque, ma come partner che portano benefici concreti e di lungo periodo.

Lavorare secondo i principi ESG significa fare impresa in modo responsabile; in ALPAC crediamo profondamente in questo approccio: dalla scelta dei materiali alla gestione delle persone, ogni processo è orientato alla sostenibilità ambientale e sociale.

ALPAC è spesso partner tecnico di nuove costruzioni iconiche, come CityLife per citarne una, quelle di cui parlano le riviste di architettura e design. Quali sono i cantieri a cui si è più affezionato? I progetti più sfidanti? 

CityLife è sicuramente uno di quei progetti che ti restano nel cuore. 

Tuttavia potrei citare molti altri interventi a cui sono particolarmente legato: campus universitari, ospedali, grandi operazioni di riqualificazione energetica. Ognuno ha rappresentato una sfida diversa — nei tempi, nella tecnica, nella logistica, nella trattativa e nella posa in opera.

I progetti più belli, però, sono quelli in cui si crea un vero gioco di squadra, dove impresa, progettista e fornitore remano nella stessa direzione. 

Forse questa visione deriva anche dalle mie passioni personali: amo il cinema e la pittura su vetro. Nel cinema, come nei cantieri, un progetto riesce solo quando sceneggiatura, regia, fotografia e attori lavorano all’unisono. Mi torna spesso in mente una frase del regista Akira Kurosawa:

“Un buon film è sempre il risultato di un buon lavoro di squadra.”

Lo stesso vale per l’arte della pittura su vetro: ogni dettaglio influisce sul risultato finale, e solo l’armonia tra tecnica, precisione e creatività può trasformare un pannello in qualcosa di unico.

Nel cantiere, quando tutti gli elementi si incastrano perfettamente, nasce qualcosa che va oltre il semplice costruire

Ci dia un’anteprima sul futuro prossimo: c’è qualche altro cantiere “iconico” in vista?

Posso solo dire che sì, ci sono progetti molto interessanti in partenza, anche all’estero. A breve, in Italia inizieremo a fornire un complesso residenziale di oltre 700 appartamenti.
Continueremo a essere presenti nei cantieri, sempre con il nostro monoblocco coibentato come protagonista silenzioso ma decisivo, oltre a tante altre novità.

Chiudiamo in leggerezza: ci racconta un episodio divertente che le è capitato nella sua vita professionale? Magari una richiesta bizzarra da parte di qualche costruttore.

Uno solo? Ce ne sarebbero tantissimi!
Ricordo una volta in cui una grande archistar, osservando un nostro disegno tecnico capovolto, ci chiese se il cassonetto fosse il “vaso” destinato alle fioriere… In quel momento ho capito che la creatività in cantiere non ha davvero limiti e che c’è ancora molta strada da fare sulla cultura tecnica!

autore
Valentina - Alpac Marketing
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